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Spumanti italiani

Vendita vino spumante online - Enoteca Online

Quando si parla di vini spumanti è bene distinguere con che metodo sono stati prodotti, si possono infatti dividere in due grandi categorie: con Metodo “Martinotti” o “Charmat” per quelli che hanno effettuato la presa di spuma in autoclave e "Metodo Champenois o per dirlo all’Italiana “Metodo Class...

Vendita vino spumante online - Enoteca Online

Quando si parla di vini spumanti è bene distinguere con che metodo sono stati prodotti, si possono infatti dividere in due grandi categorie: con Metodo “Martinotti” o “Charmat” per quelli che hanno effettuato la presa di spuma in autoclave e "Metodo Champenois o per dirlo all’Italiana “Metodo Classico” per quelli che l’hanno svolta in bottiglia.

Per ottenere la spumantizzazione della prima categoria, ovvero i metodo charmat, si procede con la presa di spuma in autoclave, un grande recipiente di capacita tra i 50 e 100hl. E’ un metodo di minor costo rispetto il metodo Champenois, adatto per uve di minor pregio e meno adatte all’invecchiamento sui lieviti.
Il procedimento iniziale rimane comunque il medesimo: si prepara una cuvée (ovvero un assemblaggio di differenti vini base) con l’aggiunta di lieviti e uno sciroppo contenente la quantità zuccherina necessaria per permettere la fermentazione e il dosaggio del prodotto finale (lo sciroppo zuccherino stabilisce in base alla quantità immessa il dosaggio finale che potrà essere di conseguenza più o meno dolce 'dry' o secco 'brut'). L’autoclave dove avviene la fermentazione è dotata di moderni sistemi di refrigerazione per controllare la temperatura e mantenerla nelle condizioni più favorevoli alla fermentazione tra i 20 e 25°C.
Passa poi un lasso di tempo estremamente variabile a seconda del prodotto che si vuole ottenere e quando è ritenuto pronto, la fermentazione viene arrestata portando la temperatura pochi gradi sotto lo zero e dosando una leggera solfitazione quando la pressione raggiunge i 5 bar.
Dopo questa fase si attende in genere dieci o venti giorni e viene assicurata la stabilizzazione. A questo punto il vino viene sottoposto a filtrazione in presenza di una contro pressione di diossido di carbonio per evitare perdite di gas, per essere trasferito in autoclave prima di essere imbottigliato e dopo un periodo di almeno altri 30 giorni il vino può essere commercializzato.

Visto il procedimento è chiaro che il minor costo è dovuto in parte alla tempistica di produzione decisamente inferiore rispetto al metodo Champenoise. Questo metodo risulta migliore per valorizzare la freschezza dei vini e conservare meglio il fruttato del vitigno da cui deriva; la sua applicazione trova ottimi risultati con uve aromatiche come il moscato perché ne smorza i caratteri aromatici senza nuocere alla loro profumazione.

Tra i vini più famosi prodotti con questo metodo spiccano il Prosecco, lo spumante d’Asti, il Lambrusco, il Brachetto, la Malvasia... La lista è veramente lunga poichè moltissimi produttori optano per questa strada.

Vino Prosecco

La categoria degli spumanti è in realtà un po' articolata in diverse tipologie di prodotto, una di queste è il prosecco. Questo spumante è diventato ormai celebre negli aperitivi di tutta Italia che lo hanno certamente lanciato alla notorietà, ma in realtà si tratta di uno spumante estremamente versatile che si adatta bene con tutto il pasto dall'aperitivo fino al dolce.
Il vino prosecco si produce esclusivamente nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia nella sua versione DOC, mentre la versione DOCG più pregiata si produce nella zona di Valdobbiadene (da cui appunto il nome Prosecco Valdobbiadene DOCG). Entrambi comunque vengono prodotti con lo stesso metodo di fermentazione, il cosidetto Charmat dove il mosto viene posto in grandi autoclavi che in una situazione di temperatura, pressione e ventilazione controllata viene lavorato dai lieviti per il tempo necessario.

Spumante metodo classico

La categoria dei vini spumanti più pregiata che c'è in Italia (e non solo) è certamente quella dei Metodo Classico (o Champenoise); di questa categoria fanno parte nomi importanti dell'enologia italiana come Franciacorta e Trento DOC.
In cosa esattamente differiscono gli spumanti metodo classico dagli altri spumanti? La risposta corretta è: praticamente in tutto, hanno in comune il fatto di essere spumanti ma il metodo di lavorazione dalla vigna fino alla bottiglia è parecchio diverso. Anzitutto le rese per ettaro sono inferiori, i controlli più stringenti e soprattutto per disciplinare tutto il vino deve affinare in botti di legno per un periodo di tempo minimo variabile a seconda del prodotto finale che si vuole ottenere. Questo dona al prodotto maggiore complessità e prestigio sotto tutti gli aspetti.

Spumante millesimato

Lo spumante millesimato è un vino spumante che è realizzato con un minimo dell'85% di uve provenienti dalla stessa vendemmia, ovvero il millesimo. Sono un tipo di spumante solitamente più ricercato e delicato viste le differenze nella lavorazione e nei tempi di affinamento, e fra sli spumanti millesimati si annoverano sia dei Franciacorta come dei Prosecchi, Trento DOC o Oltrepò Pavese.
Talvolta se l'annata non è ritenuta adatta per condizioni climatiche, gli spumanti millesimati non vengono nemmeno prodotti.
Abbiamo raccolto nella sezione omonima tutti glii spumanti millesimati presenti nel nostro catalogo.

Spumante secco

Aldilà delle specifiche più tecniche, delle nomenclature come "brut" o "extra dry", il vino spumante tendenzialmente può essere secco oppure amabile. Uno spumante è detto amabile quando ha un sapore decisamente più dolce, al contrario invece è detto 'secco' quando il residuzo zuccherino è più basso ed il sapore risulta di conseguenza più schietto, meno rotondo.
In questa categoria degli spumanti secchi si annoverano la gran parte degli spumanti largamente conosciuti, inoltre si rivelano spesso più versatili adattandosi meglio a tutto il pasto.
Nella relativa sezione abbiamo comodamente raccolto tutti gli spumanti secchi presenti sul nostro portale web per l'acquisto.

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  • Prosecco

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    Prosecco vendita online:

    L'Italia è un Paese pieno di eccellenze nazionali ed il vino è certamente una di queste. Ancor più nello specifico (oltre a piccole grandi eccellenze altisonanti come Franciacorta, Brunello, Barolo ed altre troppo numerose per essere citate singolarmente) c'è il Prosecco che tiene alta la bandiera di quella zona geografica compresa fra il Veneto ed il Friuli Venezia Giulia conosciuta come Triveneto.

    La coltura della vite e la produzione del vino nella zona ha radici antiche ma la strada per arrivare al prosecco. Già nel VI secolo San Venanzio Fortunato descriveva Valdobbiadene come “luogo dove germoglia la vite sotto l'alta montagna”e si ricorda negli annali quando mille anni più tardi, al passaggio a Valdobbiadene di Enrico III diretto in Francia per essere incoronato Re, venne fatto sgorgare per un giorno dalla Fontana di Nettuno il vino bianco dei colli, creando una scena che si doveva presentare decisamente cinematografica. E' sempre in questo periodo storico che si prende coscienza della necessità per il prodotto locale del triestino e dintorni di identificarsi rispetto agli altri, come la ribolla coltivata in Istria e a Gorizia; decisero così di identificare la zona di produzione in base a ragioni storiche con il Castello di Prosecco e dando al neonato vino prosecco l'appellativo di successore dell'antico vino Pucinum. Il primo accenno scritto del cambio di denominazione non tardò molto ad arrivare quando nel 1593 l'esploratore inglese Fynes Moryson annotava: “Qui cresce il vino Pucinum, ora chiamato Prosecho, assai celebrato da Plinio”. Ma sarà solo nel 1754 che si avrà la prima testimonianza della parola nella sua forma attuale, nel sonetto Il Roccolo Ditirambo scritto da Valerio Canati.

    Col passare del tempo il metodo caratteristico di vinificazione nato nel goriziano si diffuse in zone non italiane grazie alle rotte commerciali della vicina Venezia (al tempo una grande potenza militare ed economica), ad esempio in Dalmazia dove ancora oggi si produce in vino passito dal nome “Prošek”. Curiosamente la zona originaria di Trieste perse interesse verso questo prodotto nel tempo, dove la produzione andò scemando al contrario delle altre zone limitrofe del Triveneto che fecero propria questa conoscenza e fra tutte spicca decisamente l'attuale provincia di Treviso, lo stesso territorio che nel tempo ha sempre creduto e sostenuto questo tipo di coltivazione e prodotto prendendo sempre decisioni all'avanguardia: vengono selezionate viti migliori nel tempo e già nel 1876 viene fondata una scuola apposita per insegnare la coltivazione e la vinificazione, la prima scuola enologica d'Italia. Negli anni '30 viene definita per la prima volta la zona di produzione del prosecco (corrispondente alla odierna denominazione DOCG), nel 1946 viene invece fondata la “confraternita del prosecco” che una ventina di anni più tardi diventerà il primo consorzio della zona Conegliano-Valdobbiadene. Pochi anni più tardi arriva invece la certificazione di zona Prosecco DOC per 15 comuni nei pressi di Valdobbiadene e Conegliano. Il successo del prodotto è sempre stato crescente ed ha visto un forte esordio nel secondo dopoguerra; vista la richiesta globale in molti hanno pensato di produrre dei cloni in zone molto distanti dall'Italia come l'America del Sud o l'Australia. La situazione venne risolta dalle normative internazionali che tutelano il nome del prodotto, era chiaro però che la produzione di allora non poteva sopperire alla crescente domanda ed al successo travolgente: era necessario creare una zona di produzione più vasta ma che non snaturasse il prodotto. Prese il via un lungo iter che vide la sua conclusione definitiva solo nel 2009 trasformando le vecchie zone DOC nelle attuali Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene DOCG e Asolo DOCG, mentre grand parte del Triveneto (sono escluse soltanto le province di Rovigo e Verona) venne riconosciuta come zona di produzione Prosecco DOC.

    Ecco qui di seguito la lista completa della nostra selezione di Prosecco in vendita:

  • Spumanti metodo classico

    Spumante metodo classico, lavorazione - Enoteca Online

    Per vini spumanti si deve intendere un vino effervescente ottenuto da fermentazione alcolica condotta in recipiente chiuso.
    Come si può capire dalla sezione del sito dedicata appositamente agli spumanti con rifermentazione in autoclave, con questo tipo di lavorazione siamo di fronte ad un metodo più costoso che comprende tutta la filiera, dalla gestione della vite per finire alle tempistiche molto più lunghe di produzione.
    La caratteristica principale del metodo Champenoise è la rifermentazione in bottiglia che è solitamente indicata per uve di pregio e di grande origine che trovano beneficio dall'invecchiamento sui lieviti; il principio di vinificazione sta nel creare un vino base di gradazione alcolica attorno l'11% vol che diventerà poi con la presa di spuma sui 12,5%vol.

    I vini nuovi, che saranno la base della cuvée, ricevono i trattamenti classici (chiarifiche,travasi, filtrazione ect) ed i vini base di differente origine, qualità e annata vengono disposti in autoclavi diverse, per essere poi assemblati al fine di formare la cuvée desiderata in base alle caratteristiche che l'enologo vuole imprimere (tramite degustazione).
    Una volta raggiunta la stabilità tartarica, si effettua un'ulteriore filtrazione e viene introdotto in bottiglia insieme alla liquer de tirage (sciroppo di saccarosio) e ai lieviti selezionati. La liquer darà la pressione in bottiglia in base alla quantià zuccherina g/l introdotta (generalmente 24g/l per 6 bar e 20g/l per 5 bar come per il Saten).
    Le bottiglie vengono otturate con un tappo a corona con al suo interno una capsula di plastica chiamata "bidule" e vengono accatastate in posizione orizzontale per avere il massimo interscambio tra il vino e le sue fecce. La fermentazione ottimale richiede una temperatura costante sugli 11/12 gradi per avere la migliore persistenza e finezza della spuma; le cantine odierne sono dotate di vari sistemi di controllo così da intervenire se ce ne fosse bisogno, se vi fosse mai capitato di visitarne una certamente avrete notato come sono poste in profondità e come l'ambiente sia sempre particolarmente freddo ed isolato proprio per i canoni con cui sono state costruite.
    Quando tutti gli zuccheri sono stati fermentati (un mese o più) la presa di spuma è terminata, ma non il processo di produzione: infatti a questo punto è previsto un lungo affinamento sui lieviti (dai 15 mesi per un brut non millesimato ai 36 per i millesimati, ma spesso si raggiungono molti più anni per quelli di elevata qualità), i quali cederanno lentamente anche dopo la loro morte le sostanze come gli amminoacidi che renderanno migliore qualitativamente il vino.
    A questo punto si procede con il remuage che è la tecnica di movimentazione delle bottiglie posizionate orizzontalmente sulla puprite (un contenitore apposito in legno per bottiglie) per permettere lo stacco dei lieviti e il loro deposito nella bidule: sono movimenti rotatori a scatti svolti manualmente e una progressiva inclinazione della bottiglia fino a renderla in posizione quasi completamente verticale. E’ un operazione svolta giornalmente che può durare anche più di un mese. Poesia a parte, ai giorni d’oggi spesso viene fatta in automatico in gabbie di acciaio contenenti molte bottiglie anche se il metodo viene rigorosamente rispettato.
    Una volta depositati i lieviti nella bidule si procede con il degorgement o sboccatura. I colli di bottiglia vengono raffreddati per congelare pochi millimetri di vino al di sotto della bidule. Vengono raddrizzate e stappate per liberare tramite pressione interna questa piccola parte di vino assieme ai lieviti depositati.
    A questo punto la bottiglia viene ricolmata, poichè la fermentazione alcolica consuma nel tempo una certa quantità di vino, con la liquer d’expedition contenente vino e una parte zuccherina che darà il dosaggio finale al vino (brut, demi sec, ect); ha un ruolo molto importante perché in base alla natura dei vini impiegati, al loro invecchiamento e alla loro preparazione insieme alla qualità zuccherina, il vino migliora: ogni cantina ha la sua ricetta segreta ben custodita che imprimerà carattere e contraddistinguerà il loro prodotto.

    I vini più famosi che svolgono la presa di spuma in questo modo sono lo Champagne, il Franciacorta e molti altri con uvaggi differenti in molte altre zone del mondo.

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  • Spumante millesimato

    Ogni tanto capita di vedere sull'etichetta di qualche vino la parola "millesimato" e qualche volta no. Cosa vuol dire quindi spumante millesimato?
    Millesimato viene dal termine 'millesimo' che indica l'annata di produzione, millesimato significa quindi che il vino spumante in questione è prodotto con uva proveniente dalla stessa annata (o in una percentuale di almeno superiore all'85%). Forse a meno esperti questa cosa può sembrare scontata, ma in realtà se non si trova questa dicitura sulla bottiglia significa che il vino è realizzato con l'unione di più annate fra di loro e prende il nome di 'cuvée'.
    Non significa necessariamente che le cuvée sono prodotti inferiori, ma i millesimati sono solitamente prodotti più fini e finiti, seguiti con maggiore cura dal produttore perchè avrà il compito di rappresentare l'azienda ed esserne il fiore all'occhiello.
    Anche il disciplinare a cui appartiene un prodotto gioca un ruolo fondamentale sul prodotto finale: "millesimato" infatti è un tipo di spumante e non una vera categoria, ciò significa che possiamo trovare per esempio dei Franciacorta o del Prosecco millesimato e come certamente saprete le differenze fra i disciplinari di queste due denominazioni sono abbastanza differenti prevedendo metodi e tempi di lavorazione differente.
    Inoltre gli spumanti millesimati non è detto che vengano prodotti tutti gli anni in quanto se l'annata non è stata particolarmente entusiasmante climaticamente e non si prospettano buoni margini qualitativi, spesso i produttori preferiscono non realizzarli o "declassarli" ovvero venderli con un'etichetta differente e privi della dicitura millesimato. In alcuni casi perchè si arrivi a produrre determinati vini l'annata deve essere realmente eccezionale sotto i molteplici aspetti che vanno ad influenzare la produzione: le precipitazioni, il caldo, la quantità di sole, l'acidità del terreno... Tutti aspetti fuori dal controllo umano.

    In linea di massima comunque gli spumanti millesimati costituiscono uno degli orgogli dell'azienda a cui appartengono e presentano profumi e gusti più delicati e ricercati.

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  • Spumante secco
    Sulle etichette degli spumanti sono riportate alcune diciture come "brut", "extra dry", "dry" ed altri ancora. Si tratta del residuo zuccherino, la quantità di zucchero non trasformato in alcol ancora presente nel vino: il motivo percui è presente può essere sia naturale (per esempio i lieviti hanno smesso spontaneamente di lavorare perchè arrivati al massimo) o artificiale (il lavoro viene fermato perchè si è raggiunto il livello desiderato, oppure è stato aggiunto successivamente); visto che salvo casi veramente particolari non si ricorre più alla semplice fermentazione spontanea, il residuo zuccherino si controlla più che altro artificialmente e negli spumanti più complessi viene aggiunto sempre nella fase di Degurmant che è un punto importantissimo della lavorazione: lo zucchero non viene ovviamente aggiunto nella sua forma raffinata, ma in un insieme di liquori e vini speciali detto Liquer d'Expedition che conferisce un sapore unico ad ogni prodotto.
    Una quantità di pochi grammi per litro può variare significativamente il sapore del prodotto finale tanto che si è reso necessario nel tempo un regolamento ed una classificazione, appunto i termini che citavamo in apertura. Questi vanni in scala, in ordine crescente sono:                                                                                                                                                                                                                    
    • Pas Dosè (o dosaggio zero): vi è pochissima aggiunta di zucchero (massimo 3 grammi per litro), lo spumante è schietto e si assapora perlopiù la naturale dolcezza dell'uva, ultra secco;
    • Extra Brut: meno di 6 grammi per litro, molto secco;
    • Brut: meno di 12 grammi per litro, è la tipologia di spumante più diffusa ed è detto secco;
    • Extra dry: meno di 17 grammi per litro, il vino comincia ad avere sentori più morbidi ed essere meno acido;
    • Dry (o Sec): meno di 32 grammi per litro, lo spumante è abboccato, il sentore dolce è abbstanza chiaro;
    • Demi Sec: massimo 50 grammi per litro, il vino è amabile, la nota dolce è nettamente presente e chiara;
    • Dolce: massimo 50 grammi per litro, come suggerisce il nome lo spumante è dolce, adatto a torte e pasticceria;

    Quali sono gli spumanti secchi

    Come si può vedere dalla scala qui sopra, uno spumante è considerato secco fino alla definizione di Brut, ovvero con 12 grammi di zucchero per litro oppure meno; gli spumanti secchi sono quindi i Pas Dosè, gli Extra Brut ed i Brut e sono tendenzialmente prodotti adatti a tutto il pasto: dall'aperitivo fino al dolce. Fra gli spumanti secchi si annoverano inoltre alcuni fra i più complessi di tutta la categoria, poichè non vi è grande possibilità di "aggiustare" il prodotto successivamente con una abbondante dose di zucchero o Liquer d'Expedition.

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